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2006/1 Memopolitik – vom Umgang mit dem Gedächtnis der Gesellschaften

Archivio storico del Comune di Poschiavo. Il nuovo sistema di archiviazione con il supporto dell’informatica

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Poter presentare un archivio di un Comune periferico del nostro Cantone dei Grigioni, nell’ambito del tema Memopolitica o memoria della politica di archiviazione è un’occasione certamente più unica che rara, ma avere l’opportunità di far uso della nostra madrelingua, dell’italiano, ha il sapore di un pregio del tutto particolare.

La storia

A questo punto si dovrebbe cercare di ricostruire tutta la vicenda molto travagliata dell’esistenza dell’archivio comunale. Ricordo solo pochissimi appunti che ritengo siano degni di nota. Una delle difficoltà dei «bei tempi passati» era la mancanza di ordine, ecco che cosa leggo nel Protocollo n.141 – IC5.027, in data: martedì 6 ottobre 1750, inventario del Comune, dal quale trascrivo:

Nell’armadio più alto con serratura semplice, in detta stufa si trovano le seguenti cose. Uno Statuto stampato, due libri manoscritti contenenti gli Ordini vecchi e nuovi, e i Tensi della Comunità. Un quaderno con l’elenco dei Signori Messi invitati alle Diete e ai Congressi, un libro con la Carta della Legha con le Sentenze tra Poschiavo e Brusio, un libro degli Anziani, un libro «bislongo» coperto di carta pecora dove sono notati gli interessi del Comune verso terzi.

Manca un libro dei «pontegani» (guardiani dei ponti) e lo Statuto criminale fatto dal Titolare Signor Dr. e Podestà Bernardo Massella, né si trova più il libro di tutti i capifamiglia ...

... nella stanza d’archivio (pianoterra in fondo a sinistra?) un armadio grande con alcuni processi alla rinfusa, ed altre scritture ... diversi moschetti e schioppi con le baionette, provisti dal Capitano Dottore e Podestà Lorenzo Mengotti ...

Ancora ci tengo a ricordare un paio di nomi degli «archivisti» e ricercatori. Durante gli anni 1863 al 1869 il dottor Daniele Marchioli e l’allora Podestà Tomaso Lardelli e il signor Rodolfo Mengotti provvidero un po’ saltuariamente a riordinare l’archivio. Più avanti il dottor Marchioli userà gli archivi per la sua pubblicazione: La viola del pensiero, ossia la Valle di Poschiavo, racconto storico descrittivo, uscita a Samaden dalla stamperia di S.Fissler nel 1869 e poi nel 1886 per la Storia della Valle di Poschiavo. Fu probabilmente ancora Daniele Marchioli a «dimenticare» in archivio i libri dei battesimi, dei matrimoni e dei defunti della Parrocchia di San Vittore Mauro.

Anche il giudice federale Gaudenzio Olgiati, autore del libro «Lo sterminio delle streghe nella Valle di Poschiavo», raccolse le sue notizie in archivio durante gli anni 1880 al 1890 e regalò poi al Comune un volume manoscritto delle pergamene inedite di Poschiavo dal 1338 al 1542.

Più tardi, dal 1905 al 1907, il pastore Tomaso Semadeni eseguì per ordine governativo un riordino dell’archivio e scrisse i Regesti dell’archivio di Poschiavo dei quali si conserva una copia manoscritta in italiano.

Come si archivia?

Dovrei divulgarmi in più pagine per parlarne e dunque mi limiterò all’essenziale. Si dovrebbe con più ampio respiro far meglio conoscere non solo come, ma che cosa si archivia. Basti dire che il nostro Comune gestisce tre tipi di archiviazione: l’archivio vecchio fino al 1800; l’archivio nuovo dal 1800 al 1990 circa e l’archivio transitorio in Ca da Cumün dal 1990 a tutt’oggi. Se l’archivio vecchio, a meno di donazioni si può ritenere completato, per l’archivio nuovo non è così, in quanto vanno continuamente ad aggiungersi dossier ed atti recenti (i documenti della Società trebbiatrice del grano, i libri e gli atti dei Consorzi, tanto per fare due esempi). L’archivio transitorio invece è sempre nei locali sotterranei della Ca da Cumün ed è archiviato solo provvisoriamente. Gli stampati, i piani, i libri e gli atti nell’archivio della Torre sono raccolti e iscritti in un’apposita banca dati.

I reperti di valore storico

Si possono elencare e ricordare qui brevemente quali siano le raccolte, i documenti, i libri e i piani di indubbio valore storico per il nostro Comune ma più in generale per la nostra Regione, per il Cantone dei Grigioni, per la Svizzera.

- Le pergamene: oltre 400 documenti in carta o in carta-pecora o in pelle, dal 1243 al 1800 circa

- I Regesti originali scritti a mano, di Tomaso Semadeni

- Il libro manoscritto dei Documenti dal 1338 al 1542 di Gaudenzio Olgiati

- Gli oltre 600 protocolli comunali dal 1573 al 2000 circa

- Le diverse copie degli Statuti

- I libri storici: ad esempio la storia di Poschiavo di Daniele Marchiali del 1886 o le Memorie storiche di Valtellina del Lavizari del 1716

- I libri dei nati, dei matrimoni, dei defunti della Parrocchia di San Vittore Mauro: 1614–1875

- I processi delle streghe (gli originali e le trascrizioni di Roman Juvalta del 1969)

- I Recessi (verbali o protocolli della Dieta) dal 1544 al 1802

- Le raccolte del Grigione Italiano, dell’Almanacco, dei Quaderni Grigionitaliani, del Fagot

- Le copie delle ricerche di studenti e di alunni nostri ed esteri

- Le diverse donazioni dei privati e i piani più vecchi

Potremmo inoltre ancora menzionare tutti gli atti dal 1800 al 1990 circa, con le dettagliate documentazioni ad esempio della storia della Ferrovia del Bernina, dell’Albergo Bagni a Le Prese, dell’avvento dell’elettricità in Valle, delle Forze Motrici Brusio, della strada del Bernina, ecc.

I restauri, la manutenzione, le donazioni, i contributi cantonali

Gli archivi del nostro Cantone operano nel rispetto dell’Ordinanza cantonale per gli archivi comunali, di circolo e distrettuali del 5 settembre 1988 e secondo i disposti del Regolamento per l’archivio comunale, approvato dal Consiglio comunale il 23.12.2002

Art.4 Vigilanza

L’archivio di Stato del Canton Grigioni vigila sulla gestione e la sistemazione dell’archivio comunale a norma dell’ordinanza per l’archivio di Stato del Canton Grigioni del 15 settembre 1988

Art.12 Responsabilità ed uso

L’archivio transitorio in Ca da Cumün viene gestito dal Cancelliere comunale in collaborazione con l’archivista. Per l’uso dei documenti fanno stato per analogia le disposizioni di cui al capitolo II di questo regolamento.

Dunque l’archivio comunale viene gestito per quanto attiene la legalità, dallo stesso Consiglio comunale. Tuttavia, ad esempio per la concessione del credito annuale per il restauro dei protocolli in cattivo stato, la decisione è stata presa dalla Giunta. Il Cantone in base ad un accordo deciso dal Governo concede un contributo finanziario straordinario fino al 31.12.2007

L’archivio storico in particolare non richiede al momento una grande manutenzione, si tratta di vigilare e di mantenere in vita quanto è stato raggiunto. Durante il primo anno di archiviazione ho cercato, basandomi su di una breve documentazione scritta e fotografica, di invogliare degli sponsor a collaborare. Questa azione ha fruttato al Comune un aiuto del tutto spontaneo e insperato di circa 40 000 franchi.

Il futuro

Per l’avvenire non vedo particolari difficoltà e nemmeno grandi spese. Le autorità comunali hanno permesso al sottoscritto di poter vivere questa magnifica esperienza. Il patrimonio al quale possiamo attingere giornalmente ci serve soprattutto per poter documentare quanto riteniamo valido delle decisioni prese a livello comunale. Serve a tutti coloro che hanno intenzione di conoscere più a fondo uno o l’altro degli aspetti della nostra irripetibile storia. A tutt’oggi sono già state prese delle misure che garantiranno una continuità all’archiviazione comunale. Guai, se considerando il traguardo raggiunto lasciassimo subentrare abbandono e noncuranza nell’archiviazione storica della Tor ma anche in quella transitoria della Ca da Cumün!

Ringraziamento

Sì, ringraziare chi e perché? A buon conto mi sembra doveroso e giusto esprimere un sentito ringraziamento in generale a tutte le autorità che oggi e in passato si sono prese a cuore quest’onere.

Esprimo questo sentimento di gratitudine anche a nome di tutti quei poschiavini e non, che hanno potuto usufruire dell’aiuto dell’archivio. Grazie per poter disporre, giovani e meno giovani di una fonte quasi inesauribile di informazioni. Anche vanno menzionati e ringraziati tutti coloro che invece di eliminare documenti, libri ed atti di valore storico li hanno consegnati all’archivio, nella speranza che anche in avvenire si voglia prestare attenzione a ciò che in un primo momento sembrava solo carta vecchia da buttare.

In fine un sentimento di viva gratitudine lo rivolgo postumo a tutti quelli che in passato hanno in qualche modo provveduto a tracciare anche se solo ogni tanto il filo rosso della storia, attraverso la cura dei reperti scritti. A mio padre che una volta, quando lo aiutavo a riporre quello che ritenevo scartoffie mi disse: «Bada che forse un giorno sarai contento di poter collaborare all’archiviazione dei documenti che mantengono in vita la nostra ‹Magnifica Comunità› e la loro gente.»

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Antonio Giuliani

Archivista dell’Archivio storico comunale, Poschiavo